lunedì 13 agosto 2007

M.

Sono molto eccitata per la partenza che si avvicina ma continuo a pensare a M e a quello che e' successo.
Un bel po' di settimane fa, forse piu' di un mese, sarei dovuta uscire con lei e andare a ballare alla spiaggetta di Ostia. Da "quasi aficionadas" alle serate di Prince Faster eravamo sicure che ci saremmo divertite, anche vista la location estiva che ci piace molto.
Lei si libera da un quasi appuntamento con la cugicognata e mi dice "dai fico viene pure il Tulipano dalla Toscana, ci portiamo pure lui".
Lo stesso giorno dell'uscita, io provenivo da una serata impegnativa: avevo fatto tardi quindi dormito poco e mi ero anche sentita male. Quindi sono uscita prima dal lavoro e sono andata a casa a dormire. Stranamente mi e' riuscito e mi sono svegliata alle 8. Ho sistemato qualcosa, ho anche lavato la macchina, ho cenato e verso le 9 e mezza l'ho chiamata per metterci d'accordo. Lei era sotto la doccia e mi dice al volo "sono in ritardo andiamo a cena a Trastevere poi andiamo a Ostia" e io "ok io a cena non ci vengo, mi preparo con calma e quando sono pronta ti chiamo".
Alle 11 tutta pronta e carina esco di casa e dal vialetto di casa la chiamo. "Siamo a cena aspettiamo i secondi". Ok e' inutile allora che vengo fino a Trastevere, ci incontriamo a Ostia, quando siete in macchina chiamami e mi avvio. Quindi torno in casa e mi metto sul divano cercando di non impelarmi coi peli di Smokey, ero vestita di nero...
Alle 1130 la chiamo ed erano ancora al ristorante.
A mezzanotte "dai stiamo per partire, aspetta un altro po e ti chiamo". A mezzanotte e mezza mi metto in pigiama e mi lavo la faccia.
Ero nera.
A un quarto all'una mi arriva un messaggio "abbi pazienza ancora qualche minuto". Io rispondo dicendo che all'una non sare uscita di casa per andare a ballare. Quindi lei mi chiama e in tutto quello che e' riuscita a dire non c'e' stato neanche uno Scusa. A, V e il tulipano si erano ubriacati e stavano al Freni e non volevano piu' venire.
Hai voglia a cercare di farle capire che avrebbe dovuto avvertirmi prima cosi' li avrei raggiunti li' e magari la serata non l'avrei buttata al vento.
Una totale mancanza di cura, lei non si e' assolutamente resa conto che
  1. La gente non fa come dice lei (era convinta di portarli alla spiaggetta contro la loro volonta')
  2. La colpa era tutta la sua (era lei il mio contatto con l'organizzazione della serata)
  3. A me non mi puo' trattare come tutti gli altri che la cercano solo per il loro interesse.

La telefonata si conclude con un ti voglio bene ma mi hai fatto troppo incazzare.

Nei giorni seguenti non mi e' venuto spontaneo chiamarla come facevo sempre, quindi mi sono resa conto che ero sempre io a farlo. In passato questo non mi dava noia, era la nostra dinamica, il nostro modo, sapevo che comunque la sua distrazione e il suo farsi travolgere dagli eventi pratici quotidiani influiva anche su questo suo dimenticarsi di chiamare, tanto sapeva che l'avrei fatto io. Mi piaceva anche essere un suo punto fermo.

Invece lei non mi chiamava se io smettevo. E questo, ora, mi faceva incazzare ancora di piu' perche' se era vero tutto quello che mi aveva detto del nostro rapporto, avrebbe dovuto avere paura di perderlo ma cosi' non era.

Ho provato a chiamarla un paio di volte in momenti sbagliati, quando non avevamo la possibilita' di parlare, e quando il suo tono non stimolava a farlo, poi mi sono stancata. Ho saltato la festa della cugicognata perche' non ci siamo sentite a proposito. Nonostante lei chiedesse di me a D e lui ci sia andato. Ovviamente lei non mi ha mai chiamata nonostante io fossi stata male (lo sapeva) e stessi passando un periodaccio con mio padre, che non e' ancora finito (sapeva anche questo).

Sabato 4 lei doveva partire per la Spagna con V, in macchina, molto presto la mattina. Io verso le 8 ho provato a fare un ultimo tentativo e l'ho richiamata ma non mi ha risposto. Ho dovuto aspettare il pomeriggio per ricevere una sua chiamata.

Il tono era "mannaggia non ci siamo piu' sentite, come mai non sei venuta alla festa di P? Io sono stata impegnatissima col lavoro per poter chiudere il negozio in tempo. Parto domani mattina presto, ci sentiamo quando torni" ecc, insomma solite cazzate, come se non fosse successo nulla.

Il giorno dopo mi e' arrivato un messaggio verso mezzogiorno: siamo quasi al confine, ci sentiamo quando torni, soprattutto ti voglio bene.

Le cose sono due: o non e' vero che me ne vuole (cioe' non sa cosa vuol dire voler bene o vivere un amicizia che non sia a senso unico) o e' veramente impedita a dimostrarlo. In quest'ultimo caso emotivamente starebbe peggio di me. Spero veramente di poter cambiare il corso delle cose con lei, mi piacerebbe una domenica pomeriggio in un qualche parco, a telefoni spenti, e dirci tutto questo e di piu'.

Nessun commento: